Come si diventa genitori ai tempi del Coronavirus? Quali sono le difficoltà che ci si trova inevitabilmente ad affrontare? Ci sono anche risorse e aspetti positivi che è possibile apprezzare?

“Il 5 marzo ho partorito ma nell’aria c’era già qualcosa. Il primo contatto con i timori e le paure legate al Coronavirus li ho avuti appena dopo il parto, con le visite dei familiari proibite all’ospedale”
“Il problema però, è che nessuno poteva venire a trovarmi, solo una persona poteva essere presente e una volta entrata in reparto e nella stanza non poteva più uscire. Mio marito è stato più di 10 ore senza mangiare, e sono tutte misure di precauzione adottate per scongiurare contagi da Covid”
“E’ una situazione strana, difficile, ma per fortuna sto bene. Se avessi avuto dei problemi fisici non so come avrei gestito tutto. Il mio controllo post parto ad esempio è stato rimandato, ma sono in stretto contatto con la mia ostetrica e questo mi rassicura.”
“E’ un insieme di cose, non poter uscire, non poter far vedere il bambino, sapere che qualsiasi cosa succeda al bimbo appena nato così come al primo non si può correre in ospedale è molto difficile. Sono situazioni che di certo non facilitano la vita a chi ha appena partorito, così come a chiunque”.
“Quello che doveva essere il periodo più bello della mia vita si è trasformato in angoscia. Spero solo che vada tutto bene, così dopo potrò godermi il mio primo bambino".
Queste le parole di alcune mamme che sono in attesa o hanno appena partorito durante l’emergenza Covid-19 .
La gravidanza, il parto e il post-parto sono periodi moto delicati per le donne e per l’intera famiglia anche in tempi normali. Mille preoccupazioni e aspettative si mischiano in un unico momento, gioie e paure, aspettative e preoccupazioni. Medici e professionisti dell’area ostetrica e psicologica affiancano mamme e papà lungo il cammino attraverso visite, consulenze e corsi specializzati di formazione e cercano di farlo anche ora che diventa oggettivamente tutto più complicato.
Come si diventa genitori ai tempi del Coronavirus? Quali sono le difficoltà che ci si trova inevitabilmente ad affrontare? Ci sono anche risorse e aspetti positivi e che è possibile apprezzare?
Questa fase della vita è vissuta in modo molto personale, e questo dipende tendenzialmente dalla modalità individuale e relazionale strutturata precedentemente alla gravidanza. Di solito la gravidanza si associa all’aspettativa di un lieto evento ma le incertezze che caratterizzano il periodo sono accentuate dal fatto che le madri si sentano sempre più inesperte e impreparate ad affrontare questo evento, poiché non è sempre scontato aver visto accudire un neonato nel corso della propria vita. A volte a causa di questa inesperienza non ci si sente pronti ad affrontare tutti i passaggi e gli imprevisti che si presenteranno o a trovare una modalità educativa personalizzata e condivisa con il padre. I tempi di svolgimento di questo processo sono lunghi e variabili, in base alle competenze e alle risorse che ogni donna possiede e al rapporto che ha stabilito con il compagno.
Il ruolo del padre
Lo si dice ancora troppo di rado ma i padri hanno un ruolo fondamentale fin dal concepimento,
il loro modo di relazionarsi con la madre, la loro capacità di accudimento e rassicurazione influenza notevolmente lo stato di tranquillità e sicurezza della madre ed è forse il più importante elemento di prevenzione rispetto all’insorgere di ansia, baby blues e depressione post partum.
Per quanto una donna possa cercare di arrivare preparata al parto, solo dopo averlo vissuto potrà sperimentare alcune specifiche caratteristiche di sé in relazione all‘evento. La possibilità di effettuare un parto naturale o di dover ricorrere al cesareo possono sottoporre le donne ad un livello di stress inaspettato che si potrebbe ripercuotere sulle tappe successive: allattamento, serenità, competenza nel gestire il pianto del bambino. Ci sono aspettative che, nel momento in cui vengono disilluse, possono trasformarsi in ostacoli emotivamente insormontabili. Ogni mamma è speciale e così lo sarà il rapporto che si instaurerà tra la madre e il neonato/a.
Può essere molto utile parlare delle proprie aspettative con il partner, senza timore di sentirsi inadeguate e senza la paura di sentirsi banalizzate. Se ciò dovesse accadere, cercate di identificare una persona con cui poter condividere questi pensieri perché vi aiuterà a sentirvi comprese, serene e sicure di come affrontare tutto ciò che realmente avverrà.
Come si promuove il legame di attaccamento sicuro
Tra mamma e bambino si possono stabilire diverse modalità relazionali e tra queste la modalità più adatta e positiva per la crescita del bambino è quella che viene definito attaccamento sicuro.
Tale modalità consiste nel riuscire a rappresentare per il bambino un ‘contenitore’ rassicurante e adeguatamente accudente rispetto alle sue necessità: alimentazione, accudimento fisico, igiene, gioco. Se la mamma è tranquilla e serena nello svolgimento del proprio ruolo sarà in grado di comprendere ciò di cui il figlio avrà bisogno e di dare a lui/lei tutto ciò di cui ha bisogno usando i gesti adeguati e un tono di voce fermo e rassicurante. Ricordiamoci che non si nasce mamme, ma lo si diventa con il tempo e quindi ci vuole il tempo necessario per poter arrivare a questo tipo di risultato, soprattutto se si tratta del primo figlio.
Disturbi d’ansia, baby blues e depressione post-partum
Può accadere che dopo il parto si accentui o abbia esordio una sintomatologia ansiosa o depressiva.
Disturbi d’ansia: La sintomatologia dell’ansia post-partum è simile a quella dell’ansia “normale” ossia possono presentarsi stati più o meno lunghi e continui di paura e preoccupazione costante, pensieri negativi ricorrenti e a volte anche episodi di attacchi di panico, insonnia e mancanza di appetito. Quella che sembra essere la maggiore fonte di preoccupazione è la salute e la sicurezza del bambino, questo fa parte dell’essere mamma e tenuto ai giusti livelli è del tutto normale. La situazione però sfocia nell’ansia quando questo atteggiamento diventa eccessivo e provoca tensione sia nella donna che in suo figlio.
Baby blues: Il baby blues (dove “blues” sta per malinconia), può infatti essere considerato una reazione caratterizzata da un’indefinibile sensazione di malinconia, tristezza, irritabilità ed inquietudine, che raggiunge il picco 3-4 giorni dopo il parto, ma fortunatamente tende a svanire nel giro di pochi giorni. E’ una condizione benigna causata dalla brusca caduta dei livelli estro progestinici, si manifesta nei primi 10-15 giorni dopo il parto, e tende a risolversi spontaneamente. Si manifesta circa nel 50-80 % delle donne.
Depressione post partum: La depressione post-partum colpisce circa il 10-15% delle donne durante il primo anno di vita del bambino. Può manifestarsi subito dopo il parto, con maggiore frequenza 4-6 mesi dopo il parto. La neomamma è in questi casi colpita da uno stato di malessere profondo ed invalidante, che si può manifestare con una sensazione di tristezza continua, ansia, paura, senso di inadeguatezza e colpa, di fallimento ed inutilità, mancanza di entusiasmo, irrequietezza o perenne stanchezza, perdita dell’appetito e del sonno, preoccupazione ingiustificata ed eccessiva nei confronti del bambino o al contrario totale disinteresse verso il neonato.
Nonostante a volte tali condizioni si esprimano con sintomi molto evidenti, non è sempre scontato che la madre se ne accorga in autonomia. Spesso la sensazione di dovercela fare o la paura di non poter chiedere aiuto mettono in condizioni di andare avanti inesorabilmente senza fermarsi o ascoltarsi con sincerità.
Spesso si osservano quindi mamme molto nervose o molto lascive, il tutto nascosto da una forte stanchezza che si protrae per un lungo periodo. Diventa evidente il motivo per cui le persone che vivono intorno alle madri abbiano il dovere di osservare e indagare meglio tali aspetti emotivi e comportamentali per garantire che la madre e il bambino stiano al meglio. Anche il bambino può essere un riflesso di uno stato emotivo attivato della madre, di solito i neonati che non percepiscono un livello di cure sufficientemente adeguato si presentano nervosi e inconsolabili, con alterazione del sonno e della sensazione di fame/sazietà.
Diventare genitori ai tempi del Coronavirus
Alcune mamme avranno l’occasione di vivere questa esperienza in totale condivisione con il partner. Alcuni papà sono costretti a lavorare da casa e questo aiuta a condividere fin da subito ciò che serve per ingranare la marcia giusta. Per altre mamme la situazione potrebbe essere molto più complicata: potrebbero risultare maggiormente a rischio se il partner è costretto ad assentarsi da casa per tutto il giorno. La madre infatti potrebbe sperimentare un senso di solitudine e inadeguatezza ancor più accentuato che potrebbe aumentare il rischio di sviluppare una sintomatologia ansiosa o depressiva.
È importante accogliere e identificare il più velocemente possibile tali condizioni per promuovere il benessere della mamma e del bambino, attraverso un affiancamento adeguato di personale medico, ostetrico e psicologico che possa aiutarvi a gestire l’arrivo del nuovo piccolo in casa e viverlo come avevate sempre desiderato, ovvero come il momento più gratificante della vostra vita.
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